Genitori adultescenti
Genitori adultescenti? Siamo noi, presenti! Forse qualcuno si vergogna, non lo ammette. Ma la verità è quella. Nonostante abbiamo raggiunto l’età adulta da un po’, la nostra generazione arranca a “crescere” e rimane, a tratti, incatenata ai 15 anni. Quando… non riusciamo a far quadrare la vita di “prima” con quella di oggi, quella-con-figli. Quando vorremmo tantissimo andare a prendere l’aperitivo con le amiche. O andare ad un concerto. Quando vorremo disporre – come prima – del “nostro” tempo. In libertà… Ma il bambino ha (ancora) la febbre.
Siamo adultescenti quando fatichiamo a gestire le responsabilità dei figli? No, credo sia normale e giusto crescere con i propri figli. Nessun genitore è perfetto. Credo che siamo genitori adultescenti quando rifiutiamo di crescere con loro. Se i bambini diventano grandi, noi – in teoria – siamo già adulti, dobbiamo diventare saggi.
Siamo adultescenti quando non ci rendiamo conto che ci stiamo perdendo il meglio dell’infanzia dei nostri figli. Perché siamo troppo impegnati a veder crescere il nostro alter ego su Facebook, piuttosto che il nostro pargolo. Siamo genitori-bambini perché troppo concentrati sul nostro futuro-precario per spaventarci ulteriormente pensando che dovremmo farci carico anche del loro.
Credo che tanto dipenda dal fatto che la nostra generazione è quella che più di tutte ha faticato a trovare un lavoro, faticato a tenerselo, faticato a fare carriera. I miei genitori a 30 anni avevano 2 figlie e lavori sicuri, avviati. Potevano permettersi vacanze e vari extra. Noi no. Noi siamo freelance e ci guadagniamo la giornata. In più siamo la generazione della giovinezza eterna. A 35 anni ho iniziato a capire che “baby face” non è un complimento: troppi si permettono di trattarmi come una ragazzina, perché non dimostro la mia vera età. Ma non saranno gli occhi degli altri a trattenermi nel mondo young-adult del romanzo della mia vita. Io desidero diventare saggia e amo veder crescere il pargolo.
Insomma, benvenute rughe e righette, addio DR Marteens e jeans strappati. Io mi godo mio figlio!