Come comportarsi con un figlio adolescente che non aiuta in casa
Il disordine e la pigrizia sono una delle principali cause di litigate e discussioni tra genitori e figli adolescenti.
Come comportarsi con un figlio adolescente che non aiuta in casa è sempre un dilemma. Spesso sono buttati sul divano, con lo smartphone in mano, con quella faccia annoiata e insoddisfatta e, ogni volta che gli si chiede qualcosa, sembra che stiano facendo uno sforzo sovrumano.
E’ grande solo quando gli pare
Per le sue cose vedi come si dà da fare
Tutto gli è dovuto, l’abbiamo viziato troppo
In casa non alza un dito
Pensa solo a se stesso
queste sono le frasi tipiche che la maggior parte dei genitori si ritrovano a ripetere, non sapendo più cosa dire e fare per farsi aiutare in casa da loro.
I genitori, tendenzialmente, vorrebbero trasmettere il concetto di ordine e responsabilità. Le aspettative però, il più delle volte, non corrispondono quasi mai ai comportamenti del figlio. Generando rabbia, frustrazione e impotenza, e sfociando spesso in un conflitto senza fine.
Il genitore non deve prendere sul personale questi comportamenti, nonostante siano piuttosto fastidiosi e irritanti.
Il rispondere no, l’essere annoiati, il sentirsi apatici verso qualsiasi tipo di attività, sono comportamenti tipici della fase adolescenziale. In questo momento i ragazzi sono incentrati soprattutto su se stessi e sul loro mondo. Perdendo un po’ di vista il contesto e ciò che accade intorno.
La discussione su queste tematiche, diventa per loro una sfida per mettere in discussione i modelli genitoriali e trovare una propria identità e una propria dimensione.
La quotidianità familiare impone ritmi incalzanti per tutti e per questa ragione è importante che ognuno possa dare il proprio contributo.
Non si tratta di grandi cose. Piccole mansioni quotidiane, come sparecchiare, rifarsi il letto, buttare l’immondizia, spolverare, lavare la propria tazza della colazione, portare fuori il cane.
Ebbene sì, per quanto riguarda il dare una mano in casa, è arrivato il momento di insegnare ai ragazzi a iniziare ad assumersi qualche piccola responsabilità e a svolgerla in autonomia.
Ecco 6 consigli per sopravvivere al disordine e alle provocazioni di un figlio adolescente:
1. Il figlio ideale non esiste.
Immaginate vostro figlio che con un sorriso smagliante vi risponde “Certo mamma, lo faccio subito”, è a dir poco utopico. Quindi il loro sbuffare, il rimandare, il rispondere “che palle” oppure “ora non mi va” rientrano nella normalità di questa fase della crescita. Per tale ragione, è importante trovare un compromesso, concordare assieme degli spazi di pulizia e di ordine che vadano bene anche per lui. Siate diretti e chiari, non eccessivamente perfezionisti e ripetitivi nelle richieste perché genereranno in loro solo una reazione di opposizione e rifiuto.
2. Stop alle offese, punizioni e minacce.
Urla, sgridate continue, critiche e commenti svalutanti “Sei sempre il solito, non fai mai niente”, rischiano di innescare un braccio di ferro continuo che non porta da nessuna parte. Non devono riordinare o fare le cose solo perché li punite o li minacciate. Non interiorizzeranno mai il senso del dover riordinare. Attaccarli in maniera aggressiva vi porterà a innervosirvi e a stancarvi ancora di più. La vivranno come l’ennesima pesantezza e quelle parole non saranno efficaci ma gli rimbalzeranno addosso.
3. Non vi sostituite a loro.
Inizialmente insegnare ai ragazzi ad eseguire questi compiti può essere molto più faticoso che portarli a termine direttamente da soli. Ma non per questo dovete lasciarvi scoraggiare. Anche se a fine giornata si è molto stanchi e a volte nervosi, è importante fargli capire con pazienza ciò che devono fare, dando loro suggerimenti e dritte. Solo in questo modo impareranno a sapersela sbrigare da soli.
4. Nel loro spazio lasciateli liberi.
Se in casa sono presenti regole ben precise, per esempio non possono lasciare in giro le scarpe oppure il borsone della palestra, è importante che almeno nella loro camera ci sia una maggiore flessibilità che li faccia sentire liberi di muoversi. Cercate quindi di non assillarli sul caos presente nella stanza. Lasciateli esprimere anche con foto, poster, oggetti che voi ritenete inutili e brutti, ma che per loro sono l’espressione della personalità. La camera rappresenta la loro tana ed è la fotografia del loro mondo interno, e proprio per questo, è importante essere il più possibile rispettosi e non invadenti.
5. Eliminate il “Vengono ospiti ed è tutto in disordine”.
Non insegnate a riordinare solo quando viene qualcuno, ad esempio quando viene qualche amico a cena o quando ci sono ospiti. Il concetto di ordine che va trasmesso con un lungo e talvolta estenuante braccio di ferro è mentale, perchè è fondamentale che imparino a fare delle cose per loro stessi e non per ricevere approvazione dall’esterno.
6. Il buon esempio è fondamentale!
La coerenza dei vostri comportamenti influenzano profondamente il comportamento dei figli. Se siete poco ordinati o poco organizzati, non potete pretenderlo da loro. Al contrario, se siete ossessionati dall’ordine, rischierete che vivano la casa come una prigione e che si sentano oppressi dai continui rimproveri.
Il disordine è l’espressione della personalità del ragazzo in piena fase di crescita.
L’adolescente sta gradualmente imparando a organizzare il proprio tempo, i propri spazi. A trovare una sorta di equilibrio interno, nel marasma dei vari cambiamenti che sta vivendo.
Prima di ogni altra cosa fermatevi e chiedete: “Come stai?”.
Può sembrare scontato ma troppo spesso ci si concentra maggiormente su aspetti più concreti come può essere l’ordine e la pulizia, senza prestare attenzione a come si sente vostro figlio in quel momento. Dovete sempre tenere bene a mente che si trovano in una fase delicata di crescita, in cui sono pieni di dubbi e preoccupazioni relativi alla scuola, alle amicizie, ai primi amori e alle nuove responsabilità.
Appena rientrano da scuola, non assillateli sui loro doveri ma sintonizzatevi emotivamente con loro.
Ricordate che, così come voi siete stanchi e avete bisogno di ricaricarvi, anche loro lo sono. Lasciategli un tempo equo in cui possano ricaricare le batterie.