L’infanzia non è una competizione. Ricordiamocelo.

by / Scrivi un commento
infanzia-non-e-una-gara

La nostra società ci chiede di competere in continuazione e lo fa anche con i bambini. Soprattutto con i bambini.

Spesso, a scuola, i miei alunni si lamentano di essere stanchi. Cercano un tempo di riposo e di abbandono, in cui non fare nulla.

I loro pomeriggi invece sono costipati di attività e impegni. A volte, le proposte sono così tante che non sanno cosa scegliere.

Questo impilare esperienze, invece di stimolare in maniera adeguata i nostri piccoli, produce l’effetto contrario. Quello della mancanza del desiderio.

I bambini non sanno più cosa sognare e anche il tempo dell’attesa viene meno. Viene meno la possibilità di viversi l’infanzia, senza affrontarla come una specie di gara.

Tutto è diventato una gara. La scuola, lo sport, apprendere uno strumento musicale.

Una competizione la cui origine il più delle volte si nasconde nelle aspirazioni dei genitori. In quello che loro “avrebbero voluto fare”.

In quello che non sono riusciti a fare. Una specie di trasposizione di obiettivi, per realizzarli nell’altro. Molto spesso senza rendersi conto che l’altro è diverso e ha una sua individualità.

infanzia-non-e-una-gara

L’infanzia dei nostri figli ha bisogno di tempi di noia.

Tempi che in realtà sono di progettualità, in cui i bambini possono sviluppare la fantasia, l’immaginazione e l’ingegno.

Il tempo in cui nostri bambini stanno a casa, si annoiano e ti dicono: “Non so cosa fare”, è un tempo prezioso, un tempo di crescita che andrebbe donato a tutti, come un diritto.

È un tempo di costruzione in cui affrontano la solitudine, imparano a fare cose da soli, formulare ipotesi, trovare strategie. È un tempo che sembra vuoto ma non lo è.

Riempire tutti i loro spazi credendo che le competenze si sviluppino solo attraverso il fare cose è un grosso errore.

Spesso i nostri bambini, ad esempio, mancano di competenze sociali.

Manca la capacità di essere solidali, di condividere e di rispettare i tempi e le esigenze degli altri.

A volte la richiesta di prestazione degli adulti li porta a pensare di dover sempre essere in gara, anche nella relazione con i loro pari.

infanzia-non-e-una-gara

Il gioco libero a casa o al parco, frequentare luoghi di socializzazione in cui la competizione resta fuori dalla porta, è una grande palestra di vita per i bambini.

Non dobbiamo affannarci quindi a riempire la vita di nostri figli.

La loro infanzia ha bisogno di essere vissuta per quello che è, con le pause necessarie e tempi di noia.

Perché l’ansia da prestazione è un problema della nostra società.

Dovremmo sempre ricordarci qual è il nostro obiettivo, ovvero, far crescere dei bambini sereni e fare in modo che diventino adulti capaci di affrontare la vita.

Non succederà se li mettiamo in competizione da subito, accadrà se lasciamo all’infanzia la possibilità di esistere.