Il rapporto padre-figlio in un’epoca difficile | “Gli sdraiati”, al cinema.
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Gli Sdraiati è il nuovo film di Francesca Archibugi con Claudio Bisio, Gaddo Bacchini, Antonia Truppo e la partecipazione straordinaria di Donatella Finocchiaro e Sandra Ceccarelli.
La pellicola, prodotta da Indiana Production, sarà distribuita in trecento copie nelle sale italiane da Lucky red.
Giorgio Silva, famoso conduttore televisivo, ha ottenuto l’affido condiviso e si occupa per la metà del tempo di suo figlio Tito, cercando disperatamente di stabilire un rapporto con lui e il suo gruppo di amici maschi che spaccano, rovesciano, inzaccherato e mentono continuamente.
Sempre insieme dalla scuola al divano.
Siamo genitori in un’epoca difficile. Le generazioni precedenti alla nostra sono cresciute in un mondo fatto di figure autorevoli che non argomentavano. Imponevano regole (basate sul buon senso, nella maggiorparte dei casi) senza prevedere alcun margine di discussione.
La generazione che ha figli adolescenti ora, soprattutto quella dei cinquantenni che Bisio rappresenta, si impone di avere un dialogo costante e continuo con i propri figli.
Giusto? Sbagliato? Dipende dai singoli casi.
Giusto? Sbagliato? Dipende dai singoli casi.
Nonostante il titolo, “Gli Sdraiati” non è un film generazionale ma racconta la storia di una famiglia in particolare e di un rapporto padre-figlio unico.
Giorgio, cerca di motivare le sue scelte e di essere più aperto e disponibile possibile. Ma è proprio questo che crea una continua distanza con il figlio.
Più il padre lo cerca e più il ragazzo si allontana.
Perchè non si capiscono? Cosa ci spinge ad essere cosi lontani dagli adolescenti?
Perchè non si capiscono? Cosa ci spinge ad essere cosi lontani dagli adolescenti?
Il film racconta la ricerca sofferta e agognata di un’intimità, che si attua solo quando si sospende il ruolo relazionale in cui ci si cala e ci si confronta come due semplici esseri umani di età differenti.
Il rapporto di Giorgio e Tito si è avvelenato sulle piccole cose, sui singoli toni, sulle scelte minime.
Il padre sembra continuamente vittima di un senso di colpa per il fallimento del suo matrimonio e proietta sul figlio un esubero di sentimento che a tratti assume dei connotati grotteschi.
Il film prende come punto di partenza il libro di Michele Serra per raccontare una storia più complessa.
Del libro, che ha come forma quella di una lettera di un padre a un figlio, viene preso lo sguardo ironico e malinconico al tempo stesso, che viene fatto però rivivere non solo nella dinamica padre e figlio ma anche nei rapporti contingenti ai protagonisti.
Gli sdraiati sono i nostri figli e il film è un percorso che ci insegna che forse non sono come sembrano.
Dietro quell’atteggiamento sempre annoiato, distaccato e cinico, si nascondono degli esseri sensibili che crescono, cambiano e diventano adulti soffrendo molto più di quanto pensiamo.
Quello che colpisce di più del film è la disfunzionalità del genitore. Questo essere invulnerabile e incriticabile, per una volta viene messo in discussione rivelandosi incompreso e forse non amato.
Forse essere sdraiati è solo un modo per avere un’altra prospettiva della vita.
Riflettiamoci su e dal 23 Novembre andiamo al cinema, è un film assolutamente da non perdere!
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Post in collaborazione con Lucky Red Distribuzione