L’importanza di parlare ai bambini
Parlare ai bambini è come accendere un fuoco, alimentarlo e osservarne stupiti bellezza e calore.
I bambini sono spugne, di quelle super assorbenti, che basta una passata. Lo sono appena nati, nei primi anni di vita e continuano ad esserlo, crescendo.
Parlare, leggere favole, cantare canzoni a un neonato aiuta a innescare la prima scintilla. Non solo consente di trasmettere più in fretta le regole e i ritmi del linguaggio, ma il gogo gò o il lalla là col quale risponde, è una grande forza per iniziare ad esprimere la sua voce interiore.
Intanto crescono e più tempo si passa a conversare con loro e più si tiene vivo il fuoco iniziale, la loro memoria autobiografica si arricchisce, e con questa anche il senso più profondo del sé.
I diversi principi si infilano l’uno dopo l’altro, costruendo tra i tre e i quattro anni anche il concetto di passato e futuro. E a questa età che, se abbiamo seminato bene, inizia la corsa sfrenata alle domande.
Perché, Come, Cosa vuol dire?
Dire “non lo so”, “non adesso” o “lo capirai più avanti” sarebbe un errore gravissimo.
Perché con i loro occhioni spalancati stanno cercando una risposta non solo da noi, ma anche dal mondo che li circonda. E’ questa fame di conoscenza la molla che li fa crescere.
Passo dopo passo e risposta dopo risposta, stiamo alimentando in famiglia la buona abitudine di esprimere i pensieri, di motivare i punti di vista e di fare emergere i bisogni di ogni uno.
Stiamo mantenendo viva la consuetudine del dialogo tra noi e loro, una risorsa preziosa da spendere più avanti, quando adolescenti tenderanno a essere più silenziosi e ci sembreranno più distanti.
Nel frattempo, semplicemente parlando, avremo esortato i nostri figli a vedere il mondo e non un angolo del mondo, a lottare strenuamente per i propri sogni e i propri valori, senza pregiudizi e senza che si confondano mai “con il rumore delle opinioni altrui”.