Insegnare il rispetto ai bambini: il valore della gentilezza
Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso.
E’ la regola che mi ripeto e che insegno ogni giorno a mio figlio.
La regola d’oro, la regola universale, quella rintracciabile nei credi di tutto il mondo.
Un comandamento da trasmettere ai nostri bambini per aiutarli a diventare uomini e donne, cittadini del mondo.
Rispetto per l’ambiente, rispetto per gli altri, rispetto per se stessi come individui.
Il rispetto è capacità di ascolto, è sapersi mettere nei panni del prossimo.
La gentilezza, la comprensione, sono rispetto. Tollerare gli errori degli altri è rispetto.
Accettare chi ci sta accanto, sia esso uomo, donna, bambino, di pelle diversa o di credo differente. Si chiama rispetto.
E poi c’è l’empatia, quell’atteggiamento che lo esprime il rispetto.
Quello che dimostra la disponibilità che abbiamo verso l’altro, anche quando non ne condividiamo i comportamenti.
Qualsiasi valore vogliamo trasmettere, in fondo si tratta sempre di una forma di rispetto.
Insegnare ai bambini l’autostima vuol dire educarli al rispetto verso se stessi.
Insegnare l’accoglienza verso chi è diverso o la pensa in modo opposto, vuol dire orientarli al rispetto per gli altri.
Insegnare ai bambini la condivisione vuol dire prepararli a buone relazioni interpersonali.
E allora come insegnare il rispetto ai nostri figli?
A mio avviso, il modo migliore è l’esempio. Manifestandoci empatici con loro, mostrando la nostra capacità di capire appieno il loro stato d’animo.
Imparando ad accettarli, a comprenderli, a sostenere le loro scelte, anche quando sono così diverse dalle nostre.
I nostri figli hanno il diritto di essere se stessi, senza aver paura del nostro giudizio. Solo così saranno adulti capaci di ricevere e soprattutto di dare rispetto.
Il rispetto non si pretende, non si chiede. Il rispetto si merita.
Troppo spesso si pensa che per farsi rispettare sia necessario alzare la voce, diventare aggressivi, fare paura.
Io ho sempre creduto di no. Voglio insegnare a mio figlio che è con la dolcezza, la pazienza e il coraggio che si ottiene ciò che si desidera.
Capita spesso che i bambini, soprattutto piccoli, non vogliano condividere un gioco, che cerchino di saltare la fila per essere i primi, oppure che escludano il bimbo di turno dal gioco.
Sono questi i momenti, senza rimproveri e aggressività, in cui dobbiamo insegnare ai nostri figli cosa vuol dire il rispetto.
E’ dalle piccole cose, dai piccoli gesti quotidiani, che loro imparano, assimilano, si orientano.
Troppo spesso ho sentito genitori dire al proprio figlio:
la prossima volta difenditi, fai come lui ha fatto a te!
Eppure non credo proprio che questa sia la giusta via.
Siamo l’esempio e il coraggio dei nostri figli.
Abbiamo il grande onere e l’onore di crescere le generazioni future. In un mondo che cambia velocemente, dove le regole si modificano di continuo.
Dove la famiglia cambia di significato.
E allora proviamo a tenere a mente un principio che non cambia con il passare del tempo e che forse ci può aiutare in questo compito così difficile.
Non vuol’essere una semplice frase, ma più che altro una sfida: