Part Time o non Part Time? Come si fa a conciliare?
In Italia le aziende che “concedono” il part time alle neo-mamme non sono tante. E quelle che lo fanno, a volte, lo usano come strumento per bloccare le carriere delle professioniste. Ma come si fa a conciliare la vita lavorativa con la vita familiare se le scuole chiudono alle 16,30? Il nostro Paese è lontano anni luce dall’utilizzare strumenti come il telelavoro o lo smart working. Strumenti non utilizzabili per tutti gli impieghi, del resto.
In Italia la situazione delle #mumatwork è tragica. Lavora solo il 46,8% delle donne in età attiva. Tra le madri che lavorano il 44% utilizza il part time. Tante, tantissime. Che probabilmente rallenteranno la loro carriera, guadagneranno meno oggi e prenderanno una pensione più magra domani. Perché per metà giornata sono con la giacca in ufficio e per l’altra metà con il grembiule a casa.
Hanno trovato una mezza-soluzione o “la” soluzione? Io credo di no, credo che questa non sia una chances per le mamme lavoratrci. Forse può esserlo per un periodo di tempo limitato. Per finire l’allattamento e comunque entro il primo anno di vita del bambino. Poi la soluzione sono i servizi. Il famoso welfare, che in Italia non c’è. Aiuti alle famiglie (perché i bambini non sono un “problema” delle madri) intesi come sostegno alla genitorialità e agli anziani. Perché nel nostro Paese il cosiddetto “carico di cura” pesa quasi unicamente sulle spalle delle donne. Per i piccoli e per gli anziani. Sono le donne delle generazioni di mezzo che ci pensano. Cucinano, accudiscono, educano, fanno compagnia, tengono l’agenda di medici e pediatri. Vaccini e tac. E in più, novità delle generazioni più recenti, lavorano.
Come mi disse qualche tempo fa l’ex Ministro Enrico Giovannini, le mamme che lavorano oggi rischiano di fare il sandwich tra casa, figli e anziani e lavoro. Insomma, di finire schiacciate dai troppi impegni.
Ma resto convinta che il part-time non sia la soluzione. Può esserlo per un periodo, ma non la scelta definitiva. Non ti permette di fare carriera, ti taglia lo stipendio e la pensione. Credo che la vera soluzione sia più welfare. Lo hanno dimostrato i Paesi del Nord Europa, dove con un welfare forte le donne lavorano e fanno figli (il contrario che in Italia, quindi).
In attesa che lo Stato si decida ad investire di più nei servizi alle fasce di età “estreme”: 0-3 e 70-100 (per sgravare le donne che così potrebbero trovarsi un’occupazione), credo che ognuna di noi debba trovare la sua soluzione personalizzata. Da dipendente cercando di utilizzare il telelavoro o orari flessibili, da free lance organizzandosi ad hoc le singole giornate lavorative.
Senza dimenticare che la Banca d’Italia ha dichiarato che se in Italia lavorasse il 60% delle donne (obiettivo – mancato – del Trattato di Lisbona) il PIL crescerebbe del 7%. Insomma, usciremmo dalla crisi. Per non parlare dei posti di lavoro che si creerebbero da questi servizi per bambini e anziani. E allora? Che aspettiamo? Andiamo a lavorare.