L’asilo dei sogni che fa posto anche ai genitori
L’asilo dei sogni dei bambini ha tante mani per poterli afferrare e altrettanti modi per stupirli e amarli, per farli crescere nel migliore dei modi.
Questo asilo non è su un altro pianeta, ma a Roma nel quartiere Eur, in una struttura di millecinquecento metri quadri, con oltre tremila metri quadri di parco alberato e si chiama A Me Mi Piace andare all’asilo.
Asilo nido, scuola dell’infanzia, ludoteca, centro per la famiglia con assistenza e sostegno alla genitorialità, location per feste di compleanno, centri estivi e ricreativi, corsi di lingue, musica, arte, cucina creativa e promozione del bilinguismo già dai primi anni di vita.
Di mani ne ha da vendere, perché ci sono anche quelle dei genitori, coinvolti in questa esperienza formativa dei figli, come pilastri del ponte ideale che collega le famiglie all’asilo. Un’alleanza salda, alimentata reciprocamente, con l’obiettivo di tenersi per mano, per la costruzione del futuro del bambino e del benessere famigliare, che non sarebbe tale, se non contemplasse anche quello di mamma e papà.
Immaginiamo un meccanismo a incastri, dove anche il gioco ha una valenza scientifica, con attività rivolte ai genitori e ai bambini, per alimentare una relazione che sia contemporaneamente affettiva ed educativa.
Un grande girotondo guidato da Perla Boccaccini, Psicologa e Psicoterapeuta, specializzata presso La Sapienza, che ha immaginato e realizzato quindici anni fa questo centro polifunzionale dell’infanzia, come una fucina in continuo fermento scientifico.
Equipe psicopedagogica e genitori insieme, per delineare e condividere obiettivi educativi, relazionali e didattici capaci di promuovere le abilità di base dei bambini, più precisamente quelle che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha chiamato “Life skills”, attribuendogli un valore strategico nella costruzione della qualità di vita.
Occhi esperti da una parte e sguardi affettuosi dall’altra, per osservare al meglio l’evoluzione del bambino, la sua capacità di adattamento e di relazionarsi al mondo con sicurezza e serenità, di stabilire un legame con le figure affettive di riferimento e di esprimere attraverso tutti i canali comunicativi a disposizione le piccole e grandi emozioni.
Un match virtuoso, che vuole colmare il gap fra teoria e pratica, tra mondo accademico e realtà. Si perché, se da un lato la ricerca in Italia progredisce e fa passi da gigante per spiegarci le basi neuropsicologiche dell’apprendimento dei bambini e dei meccanismi che regolano le relazioni affettive e mediano l’attaccamento, dall’altro gli asili non evolvono e non approfittano di questa preziosa opportunità.
Ma non qui, dove la ricerca scientifica in ambito neonatale è il pane di ogni giorno, assieme ai programmi innovativi elaborati dalla dottoressa Boccacini con l’esperienza di chi da anni spiega che “Il benessere è un progetto di vita, per questo ho deciso di lavorare con i bambini e i loro genitori”.
I bambini devono solo pensare a giocare in una cornice architettonica, molto bella e spaziosa, che offre loro, oltre a tanta competenza, anche magia e gioia.
Di certo, se avessi quattro anni vorrei un asilo esattamente così, ma anche come mamma mi piace un sacco. Come non fare salti di gioia, sentendosi parte di una realtà all’avanguardia, che anziché lasciare i genitori fuori dalla porta al mattino, li tira in ballo in prima persona nella costruzione del benessere del proprio figlio?
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post in collaborazione con A Me Mi Piace andare all’asilo.