I vantaggi della stimolazione multisensoriale nel neonato
Il legame che si crea tra mamma e bambino nei primi giorni di vita è qualcosa di speciale e unico: ci sono anche fatica, incertezze, timori… ma quel conoscersi piano piano è uno dei momenti magici della maternità.
Ogni mamma sa quanto sia importante un contatto pelle a pelle per assicurare il benessere psicofisico del neonato (è tra le raccomandazioni dell’OMS e lo confermano i reparti di neonatologia da quando hanno iniziato ad usare la “marsupioterapia” per i prematuri). Sempre più studi, oggi, mostrano come il neonato abbia un beneficio ancora maggiore con un approccio multisensoriale, che non riguardi solo il tatto ma anche gli altri sensi.
Qualche giorno fa siamo state ad un evento organizzato da Johnson’s proprio per fare il punto su questi studi, insieme a medici e ricercatori. Abbiamo scoperto, quindi, che la stimolazione multisensoriale – ovvero una stimolazione che riguarda contemporaneamente, vista, udito e olfatto e tatto – favorisce la crescita e lo sviluppo del cervello (più precisamente, per chi mastica la terminologia scientifica, favorisce la sopravvivenza nel lungo termine delle connessioni sinaptiche durante lo sviluppo cerebrale).
Image Source: Shutterstock
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Quali sono i vantaggi della stimolazione tattile? Studi recenti hanno confermato che i primi legami emozionali con i più piccoli si creano con il contatto fisico. In questo senso possono essere un valido aiuto rituali come il bagnetto e il massaggio infantile: il contatto fisico che questi momenti incoraggia, rappresenta il principio dello sviluppo emozionale e intellettuale che proseguirà negli anni successivi.
Inoltre, la stimolazione tattile è in grado di ridurre lo stress nei bambini e nei genitori (può addirittura diminuire l’ansia nella mamma) e favorisce l’aumento di peso nel bebé.
Passiamo ora all’olfatto: è il senso più sviluppato nel neonato e lo usano come senso principale per familiarizzare con l’ambiente esterno (pensate che i bambini sono capaci di percepire gli odori anche dentro la pancia della mamma all’incirca a partire dalla 28ma settimana di gravidanza!) E’ inoltre dimostrato che “l’odore della propria mamma” può ridurre il pianto del bambino. L’olfatto, anche a livello ancestrale, ha sempre aiutato l’uomo a comprendere ciò che ci fa bene e ciò che ci fa male: non a caso l’olfatto è un senso unico dal momento che gli odori vanno diretti alla corteccia cerebrale.
E poi, lo abbiamo sicuramente sperimentato tutte, l’olfatto è strettamente collegato alla memoria (quante volte un profumo ci ha risvegliato dei ricordi!): questo vale anche per i neonati, quindi stimolare il senso dell’olfatto nel bambino fornisce molti benefici emotivi/sociali e legati alla memoria. In più favorisce il rilassamento e migliora l’umore dei bambini e dei genitori.
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La stimolazione visiva consiste principalmente nel mantenere il più a lungo possibile il contatto visivo con il neonato. Anche in questo caso possono essere utili rituali come bagnetto e massaggio che ci permettono di stimolare contemporaneamente più sensi del bambino. La vista si sviluppa più lentamente di altri sensi: alla nascita il neonato vede chiaramente fino a 25 cm circa, la distanza tra gli occhi del bimbo e quelli della mamma mentre lo allatta al seno. Anche la stimolazione visiva ha molti vantaggi, tanto che i ricercatori definiscono il contatto visivo come il modo migliore per stabilire un legame comunicativo:
- Favorisce una comunicazione precoce
- Mostra una potenziale elaborazione neurale
- Fornisce le basi per lo sviluppo sociale
Che parlare ai bambini e stimolare il loro udito faccia bene è un’altra di quelle certezze che noi mamme abbiamo fin dai primi giorni. E infatti ci ritroviamo fin da subito a parlare al nostro bebé a chiamarlo con nomignoli e vezzeggiativi (alcune mamme parlano un vero e proprio linguaggio tutto loro che si potrebbe definire “bambinese”) e a fargli ascoltare ninnananne o musica classica per farlo rilassare (addirittura già dal pancione). Ecco, ora anche le ricerche confermano che la voce di un genitore ha un forte impatto sull’elaborazione linguistica dell’emisfero sinistro del cervello, nonché sulle aree coinvolte nelle emozioni e nella comunicazione.
Tutte queste ricerche, quindi, costituiscono un invito alle neomamme, perché dedichino la giusta attenzione a rituali come bagnetto e massaggio, strumenti che possono accrescere le capacità cognitive del bambino, aiutare a scoprire l’ambiente che lo circonda e valorizzare il legame genitore – figlio.
Ecco quindi le linee guida che Johnson’s ha diffuso in occasione dell’evento:
- Durante il bagnetto, riprodurre musica e cantare può stimolare aree del cervello responsabili della memoria o delle immagini visive;
- Interagire e parlare con proprio figlio durante il bagnetto può aiutare lo sviluppo del linguaggio. Studi scientifici mostrano infatti che i bambini con cui si parla di più, conoscono un maggior numero di parole entro i loro 24 mesi di vita;
- Sguazzare nella vaschetta e schizzare l’acqua aiuta ad insegnare al bambino il meccanismo causa-effetto;
- La routine del massaggio prima o dopo il bagnetto, è una perfetta opportunità di “contatto pelle a pelle”. È dimostrato infatti che, se realizzato quotidianamente, aumenta la qualità e la durata del sonno dei più piccoli.
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Post in collaborazione con Johnson’s Baby