L’importanza del gioco nella relazione genitore-figlio: Giochiamo insieme per tutta la vita!

by / 2 commenti
giochiamo insieme

giochiamo insieme

Il gioco è una componente essenziale ed insostituibile per lo sviluppo del bambino.

Attraverso il gioco, il piccolo inizia a comprendere il funzionamento degli oggetti e ad interagire con il mondo.

giochiamo insieme

Giovedì scorso sono stata da Explora – Il Museo dei bambini di Roma – ed ho partecipato all’interessantissima conferenza di Maria Rita Parsi Giochiamo insieme per tutta la vita, promossa dalla Fondazione Movimento Bambino: un incontro sull’importanza del gioco nella costruzione della relazione tra genitore e figlio e sulla valenza del gioco come veicolo alla crescita del bambino.

I relatori erano: Elisabetta Scala Presidente del Moige, Patrizia Tomasich Presidente di Explora, Juliet Linley Blogger per Corriere.it e Huffington Post e la Dott.ssa Maria Rita Parsi, psicoterapeuta e scrittrice.

La conferenza è stata il secondo di tre appuntamenti gemelli, realizzati in collaborazione con il MoigeMovimento Italiano Genitori, i Musei dei Bambini di Milano (MUBA), e Roma (Explora) e la Città della Scienza di Napoli con l’amicizia di Kinder Sorpresa, che dalla sua nascita, da 40 anni, crea un momento di gioco tra genitori e figli, rafforzando la loro relazione e complicità.

giochiamo insieme

giochiamo insieme

Il primo dei tre incontri si è tenuto il 2 ottobre scorso a Milano presso il MUBA. Il ciclo di conferenze si chiude oggi a Napoli, presso la Città della Scienza.

giochiamo insieme

Erasmo da RotterdamDott.ssa Maria Rita Parsi

Tutto è gioco: un bambino rispettato e amato e che gioca è un bambino felice

giocare insieme  Giochi con i tuoi genitori?

giocare insieme  Che giochi fai con i tuoi genitori?

giocare insieme  Giochi con i nonni?

giocare insieme  Giochi con i video Games?

hanno toccato il mio cuore

Il video e le loro parole e pensieri spontanei hanno messo in evidenza quanto per i bambini sia importante giocare con i propri genitori, condividere il loro piccolo grande mondo, ridere, scherzare, immaginare, sognare, rincorrersi, fare finta diINSIEME.

Ed è emerso come alcuni bambini non giocano con i genitori e passano molto tempo a divertirsi con i videogames, o con la tata… i più fortunati con i nonni, che li viziano e li coccolano.

[youtube id=”mnfvg7NHDBg” width=”700″ height=”400″ autoplay=”no” api_params=”” class=””]

 Juliet Linley ha fatto un intervento interessante, in cui ha spiegato che ogni giorno bisognerebbe dedicare ai propri figli dello “SPECIAL TIME” in cui si gioca con loro. Ha sottolineato inoltre che esiste una triste realtà: molte mamme e papà nello loro infanzia non hanno giocato con i genitori e di conseguenza non sentono la necessità di giocare con i loro bambini.

giochiamo insieme

giochiamo insieme

La parola è poi passata a Elisabetta Scala, mamma di 4 bambini, che ha raccontato la sua personale esperienza di gioco con i figli, con una visione interessante. Ha sempre cercato di coniugare le necessità di ordinare la casa e di cucinare al gioco, rendendo partecipi i suoi figli, che erano comunque contenti di passare del tempo con lei. Quante volte l’aspirapolvere diventava un’arma per inseguire i suoi bimbi, per farli ridere, per giocare insieme!

Sono poi intervenute alcune persone dal pubblico presente alla conferenza, che hanno raccontato la loro esperienza personale.

L’intervento che mi ha colpito di più è stato quello di un papà di 3 bambini, che ha raccontato che ogni mattina la sveglia in casa suona 15 minuti prima15 minuti preziosi e dedicati al gioco con tutta la famiglia. Trascorsi questi 15 minuti suona un’altra sveglia, quella in cui restano 25 minuti per lavarsi, vestirsi e fare colazione.

Potremmo dire che il gioco inizia dall’allattamento, nell’ambito della diade madre-bambino. A poche ore dalla nascita, il bambino volge la bocca verso il batuffolo di cotone che è intriso del latte materno, dimostrando di essere in grado di riconoscerlo in mezzo a tutti gli altri. Per i bambini, la prima identificazione avviene sempre con la madre. Con la presenza del padre – che si inserisce nel gioco di sguardi, di carezze e di coccole tra la madre e il suo bambino – la diade si trasforma in triade. La relazione con il padre è determinante per l’indipendenza e per l’apprendimento. Uno dei principali compiti del padre nei primi anni di vita del bambino consiste proprio nel permettere al figlio di stabilire un contatto con la realtà esterna, considerando che il rapporto con la madre si basa invece sulla dipendenza e sull’incapacità, da parte del piccolo, di soddisfare i suoi bisogni primari. Anche giocare è un’attività indispensabile per la vita di ogni bambino, così come lo sono il cibo, l’acqua, il sonno… Crescere è impossibile se non si gioca. Nella relazione genitore-figlio attraverso il gioco, la triade è destinata ad allargarsi e a comprendere a poco a poco anche gli oggetti. Oggetti che fungono da stimolo per la naturale creatività del bambino.

(Maria Rita Parsi)

giochiamo insieme

DECALOGO sui desideri dei bambini1- DATECI AMORE2- DATECI ATTENZIONE3- RISPETTATE I NOSTRI TEMPI4- RIMANETE AL NOSTRO FIANCO5- CONSENTITECI DI SBAGLIARE6- DATECI LA VOSTRA GUIDAdiventeremo anche noi delle guide7- DATECI REGOLE CHIARE8- SIATE AFFIDABILI9- MOSTRATECI L’AMORE CHE PROVATEArthur Janov10- DATE SPAZIO ALLA GIOIA giochiamo insieme

Le brave mamme hanno pavimenti appiccicosi, cucine in disordine, pile di panni, piatti sporchi e bambini felici. 

Giovanni Bolleail più grande neuropsichiatria italianoDott.ssa Maria Rita Parsi

giocare insieme  Dategli meno. Hanno troppo, non c’è dubbio. Il consumismo fa scomparire il desiderio e apre le porte alla noia.

giocare insieme  Quella che conta è l’intensità, non la quantità di tempo passato con i bambini.

giocare insieme  I primi venti minuti del rientro a casa dal lavoro sono fondamentali. Devono essere dedicati al colloquio e alle coccole. E non certo a chiedere dei compiti o dei risultati.
giocare insieme  I giochi più educativi sono quelli che passano attraverso la fantasia della madre e le mani del padre: bastano due pezzi di legno, ma i genitori ormai non sanno più inventare.
giocare insieme  Dai tre ai cinque anni è bene avviare i bimbi ai lavoretti a casa, assieme ai genitori. È utile che sappiano stirare con un piccolo ferro o attaccare un bottone.
giocare insieme  Sport. Prima di tutto deve essere lui a desiderarlo. Meglio se lo fa in gruppo, facendo capire che agonismo significa emergere con fatica e non diventare campioni. Ottime due o tre ore di palestra alla settimana. Poca competizione, grande beneficio fisico.
giocare insieme  Va incoraggiata la cultura artistica abituandoli al bello. Teatro, musica, arti visive creano il desiderio di migliorare. I soldi spesi per la cultura sono quelli che rendono di più.
giocare insieme  Ultimo suggerimento: ho una mia teoria e forse mi prenderanno in giro. La chiamo: la donna a tre quarti del tempo. Le donne che lavorano, la maggioranza, a fine giornata pensano già ai figli, alla spesa, agli impegni di casa e rendono poco. Non sarebbe meglio lasciarle uscire mezz’ora prima? I figli, tornando da scuola, le avrebbero a casa meno stressate e più disponibili. Più che di corsi, è di questo che i bimbi hanno bisogno.

I bambini sono il presente e il futuro, SONO. Non hanno, SONO.

#giochiamoinsieme

(i consigli della Dott.ssa Maria Rita Parsi sono fruibili anche sul blog di Kinder Sorpresa)