In Kenya con i bambini, safari e mare per un viaggio indimenticabile

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Anche la scorsa estate è stata Africa.

Tutti noi cinque, stanchi della vita cittadina e della frenesia delle giornate romane, non vedevamo l’ora di tornare in questa terra straordinaria. Ad ammirare quei tramonti unici al mondo e gli animali liberi nel loro habitat naturale.

Volevamo tornare ad essere spettatori sbalorditi di fronte ad una bellezza che a parole è difficile spiegare.

IN KENYA CON I BAMBINI SAFARI E MARE

Non eravamo sicurissimi della scelta: la Namibia? Il Botswana in jeep insieme a cari amici?

Le date da incastrare e le difficoltà organizzative ci hanno fatto propendere per il Kenya, dove altri amici avevano deciso di trascorrere le loro vacanze e di celebrare il loro matrimonio.

La scelta dell’itinerario come al solito è stata delegata al papà, bravissimo e appassionato, che con l’aiuto di un tour operator fuori dal comune, Cheli & Peacock Safaris, ha pianificato nei minimi dettagli la nostra avventura in Kenya.

Il viaggio

Siamo partiti da Bari l’8 agosto, con un volo per Parigi. Qui abbiamo dormito una notte in un albergo molto carino nel Marais, l’Hotel du Petit Mulin ed abbiamo cenato in una deliziosa brasserie per festeggiare il compleanno di papà Pierluigi.

La mattina dopo abbiamo proseguito il viaggio con un volo Kenya Airways di circa 9 ore per Nairobi, dove abbiamo trascorso la notte all’Hotel Tamarind molto carino e molto comodo, in quanto dista solo 20 minuti dall’aeroporto internazionale Jomo Kenyatta.

La mattina successiva, infine, abbiamo proseguito con un volo interno per Lewa, nella Lewa Wildlife Conservancy, partendo dal piccolo aeroporto Wilson anch’esso molto vicino all’hotel.

IN KENYA CON I BAMBINI SAFARI E MARE

A Lewa siamo stati accolti dalla guida che con la jeep ci ha accompagnati al nostro albergo, il Lewa Safari Camp nel distretto di Laikipia, dove abbiamo alloggiato in una delle due family tents. Bellissima, un pò isolata, da cui abbiamo potuto godere di albe e tramonti mozzafiato.

L’albergo ha una piccola piscina e spazi comuni dove leggere e giocare o stare vicino al fuoco la sera.

La Lewa Wildlife Conservancy, sito patrimonio dell’Unesco dal 2013, è stata creata dalla famiglia Craig che arrivò per prima sulle downs Lewa nel 1924. Oggi rappresenta un rifugio sicuro per tante specie di animali, tra cui molti in via di estinzione, come il rinoceronte nero e la zebra di Grevy, ma anche elefanti, bufali, leoni, giraffe reticolate, iene e oltre 400 specie di uccelli, tra cui otarde, pavoncelle, corrieri e uccelli predatori.

IN KENYA CON I BAMBINI SAFARI E MARE

Nella riserva ci sono anche l’orice beisa e il raro e poderoso kudu maggiore, che sono visitatori stagionali e il Dik Dik di Gunther.

Il Gerenuk e il bellissimo struzzo somalo dalle zampe blu che invece sono residenti tutto l’anno. La palude è diventata un rifugio per il raro e affascinante semi acquatico Sitatunga e il suo predatore, il leopardo, che abbiamo visto due volte.

Già dall’aeroporto al camp è stato un tragitto bellissimo.

Una prima immersione nel paradiso naturale e sconfinato che ci aspettavamo: abbiamo scoperto che esistono due tipi d zebre, quelle comuni e quelle di Grevy, con strisce piu sottili, di cui ci sono solo 2000 esemplari e sono territoriali.

 

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Subito abbiamo imparato le prime parole in swahili: “pole pole” che significa piano piano, “akuna matata” senza pensieri e “sawa sawa”, andiamo siamo pronti.

I safari a Lewa sono stati meravigliosi, ne abbiamo fatti due al giorno: uno al mattino presto intorno alle 7 e uno al pomeriggio dopo pranzo.

Abbiamo visto gli imponenti struzzi, dalle folte piume scure e le femmine con il collo blu e subito abbiamo parlato dei rinoceronti, il nero e il bianco, che al contrario di quelli asiatici hanno due corni.

Abbiamo imparato che il rinoceronte nero è molto aggressivo e si distingue per il labbro superiore pronunciato, con il quale può afferrare i rami e i germogli dei cespugli e delle acacie.

E’ un animale solitario che facilmente può carica persone e autoveicoli quando viene disturbato dal rumore o fiuta l’odore umano in quanto ha un olfatto molto sviluppato.

Il cucciolo, che segue sempre la madre, viene allattato per due anni e resta con lei fino all’età di tre anni e mezzo. Il rinoceronte bianco non è affatto bianco! L’equivoco nasce dall’originale parola “africaner weit”.

La parola “weit”, ripetutamente storpiata è divenuta, alla fine, “white” cioè bianco. In realtà “weit” significa largo, ed è riferita alla conformazione del suo labbro: largo e piatto, adatto per brucare. E’ un animale pacifico e gregario, il cucciolo, a differenza del rinoceronte nero, precede sempre la madre. Entrambe le specie sono in grave pericolo di estinzione.

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Ogni giorno a Lewa è stata una avventura.

Abbiamo visto un ghepardo, in inglese cheeta, tant’e vero che quando la guida a l’ha detto sottovoce pensavo ci stesse indicando una scimmia… e invece era lui maestoso e bellissimo.

Lo abbiamo visto mentre mio figlio Luigi e il papà erano scesi dalla jeep per “marcare il territorio” e si sono presi un bello spavento poiché il ghepardo era proprio a poche decine di metri da noi, vicino ad un cespuglio, sotto al quale dopo poco è tornato serenamente a dormire.

Il ghepardo è un animale in grave pericolo di estinzione, ce ne sono solo circa 10 mila in tutto il mondo e nel parco Lewa solo 5.

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La guida si è davvero adoperata in tutti i modi per mostrarci tanti animali, consultandosi anche con le altre guide via radio.

Un giorno dopo una corsa con la jeep è riuscito a farci vedere due leopardi che su un albero, proprio pochi momenti prima che scendessero per scomparire tra gli alti cespugli del bush.

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Un’altra gita molto bella è stata quella alle cascate che nascono dal Monte Kenya, un monte spettacolare alto solo poco meno del Kilimangiaro in Tanzania.

Dopo un tragitto di un’ora e mezza siamo arrivati in un punto della fitta foresta di Ngare Ndare, nella parte sud della riserva di Lewa, dove abbiamo lasciato le jeep per proseguire a piedi in discesa verso le cascate ed un laghetto dove i bambini hanno potuto fare il bagno.

 

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Lungo il tragitto la guida ci ha mostrato le piante del luogo come l’aloe, dei fiori minuscoli che trattengono gocce di rugiada da usare come collirio, e una pianta dal nome impronunciabile da cui si ricava il colore rosso con cui i masai si dipingono la pelle.

 

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Dopo un meraviglioso pic-nic a base di pollo e insalata e pan cakes siamo saliti sulle “canopy”, dei ponti di corda per camminare sospesi sulla cima degli alberi in un percorso con piattaforme e rami da usare come liane.

Inutile dire che è stata un’avventura indimenticabile.

 

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Un altro giorno abbiamo fatto visita al villaggio dei Masai, l’Ilngwesi Village nella Lewa Conservancy (Mueru).

Dopo un lungo tragitto in macchina siamo arrivati in un posto fuori dal mondo, dove abbiamo potuto scoprire come ancora vivono alcuni di questi pastori, un tempo cacciatori, nomadi, in quanto cu hanno ospitato oper qualche ora nel loro villaggio e nelle loro case, accogliendoci calorosamente con canti e danze tipiche.

 

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Ci hanno mostrato come vivono e le loro capanne fatte di paglia e fango, dove in un angolo c’è il fuoco e ci sono “due camere da letto” per mamma e papá, mentre i figli dormono generalmente con la mamma.

Abbiamo imparato i loro giochi e visto come accendono il fuoco.

Nella Terra masai non c’è proprietà privata. Tutta la terra è comune. I Masai sono pastori e nomadi, e ora, da circa 50 anni non possono cacciare per tutelare le specie animali, ma ci hanno mostrato come facevano, con archi, frecce e trappole ingegnose.

Piano piano stanno imparando a coltivare la terra grazie anche a progetti specifici finanziati da Ong e Unione Europea.

Dopo cinque giorni abbiamo lasciato Lewa per dirigerci nella famosa riserva del Masai Mara dove abbiamo scelto il Camp Elephant Pepper, un suggestivo camp senza recinzione dove è possibile vedere animali liberi a pochi metri dalla propria tenda (aiuto!).

IN KENYA CON I BAMBINI SAFARI E MARE

Qui abbiamo trascorso giornate indimenticabili, tra safari all’alba e momenti più tranquilli trascorsi a guardare gli spettacolari tramonti o semplicemente a rilassarci intorno al fuoco la sera dopo una partita a croquet.

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Una giornata molto interessante è stata quella trascorsa in gita, con partenza alle 8 di mattina, per uscire dalla riserva del Masai Mara e andare nel Parco Nazionale ai confini con la Tanzania a vedere vedere le grandi migrazioni degli animali dal Serengeti al Masai Mara.

Si tratta di una cosa pazzesca, uno spettacolo indimenticabile: ci siamo spinti fino al fiume Mara per vedere l’attraversamento di migliaia di animali, per lo più gnu e zebre, che si muovono in fila indiana e improvvisamente, dopo una lunga attesa, iniziano ad attraversare il fiume.

Alcuni animali muoiono perché il salto è molto alto o perché vengono schiacciati dagli altri animali o attaccati dai coccodrilli o altri predatori .

Eravamo affascinati e non avremmo mai smesso di guardare e fotografare queste scene da documentario!!

IN KENYA CON I BAMBINI SAFARI E MARE

Prima di rientrare alla base ci siamo fermati in un punto bellissimo lungo il fiume Mara e siamo scesi dalla jeep, timorosi, a guardare dall’alto gli ippopotami e i coccodrilli.

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Gli altri safari sono stati altrettanto belli, e l’ultimo giorno abbiamo fatto un gioco molto divertente con i bambini.

Il bingo safari, un bingo con cartelle raffiguranti immagini di animali che avremmo potuto vedere. Il primo che completava la tabella dopo aver avvistato i suoi animali avrebbe vinto.

Sembrava di stare nel film di The Lion King: abbiamo visto due leoni che si accoppiavano, una lucertola rossa e blu che sembrava finta, le leonesse con i cuccioli e gli ippopotami di sera fuori dall’acqua, che sono animali molto pericolosi.

IN KENYA CON I BAMBINI SAFARI E MARE

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Infine una mattina una scimmia è entrata nella nostra tenda e ci ha rubato i biscotti della colazione davanti ai nostri occhi increduli.

Avevamo anche prenotato una cosa molto bella, la gita in mongolfiera all’alba per vedere gli animali dall’alto, ma purtroppo abbiamo dovuto rinunciare a causa del troppo vento di quei giorni.

Il mare

Dopo 8 giorni di safari, un piccolo aereo ci ha portato a Malindi, dove sapevamo che ci saremmo incontrati con i nostri amici, novelli sposi, con tre figli dell’età dei nostri.

Per 10 giorni siamo stati letteralmente stregati da un posto fuori dal mondo, difficile da descrivere, il White Elephant Art Lodge.

L’artista Armando Tanzini, uno dei prima colonizzatori del luogo, ha costruito un posto incantato dove tra la folta vegetazione è possibile ammirare la sua arte fatta di animali di metallo e legno a grandezza naturale (e forse anche di più) e dove rilassarsi nelle piscine azzurrissime dalle quali guardare il mare che si ritira lasciando un tappeto di alghe.

Da qui abbiamo fatto diverse gite, ma alcune giornate passavano pigre tra la spiaggia, la meravigliosa casa dei nostri amici, pranzi deliziosi e sieste sotto le palme.

I bambini si divertivano con i loro amici, e ogni pomeriggio arrivavano i ragazzi del posto per accesissime partite di pallone sulla spiaggia

Le gite che possiamo consigliare sono sicuramente a Watamu, dove ci sono numerosi stabilimenti sul mare come Safina Beach, Papa Remo e Che Shale.

Abbiamo fatto anche numerose gite in barca sia per pescare che per fare il bagno e una gita alle rovine di Gede, antica città Swahili popolata tra il XII e il XVII secolo dove ci sono adorabili scimmie.

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Infine l’ultima tappa del nostro viaggio è stata la costa sud del Kenya, Msambweni, vicino Diani beach a un’ora e mezza di auto da Mombasa.

Qui abbiamo trascorso 3 giorni indimenticabili al The Ocean Spa Lodge un vero paradiso, gestito da una coppia di simpaticissimi italiani.

Qui ci siamo dedicati al relax, alla pesca, a finire i compiti delle vacanze e a lunghe passeggiate sulla spiaggia deserta.

Un posto stupendo, con una vegetazione pazzesca per finire la vacanza in modo indimenticabile.

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IN KENYA CON I BAMBINI SAFARI E MARE

Nella sala d’attesa del volo che ci avrebbe riportato in Italia, ascoltando i discorsi di rumorosi turisti europei vestiti da “safari all’ultimo sangue” – cosi in contrasto con l’eleganza dei kenioti – mentre discutevano sull’itinerario da seguire per vedere le grandi migrazioni, mi sono fatta una domanda:

che senso ha andare a vedere gli animali nel loro habitat se non facciamo nulla per cambiare il nostro stile di vita in direzione di una maggiore tutela dell’ambiente?

Perchè non insegniamo ai nostri figli a rispettare il nostro pianeta a consumare meno, a recuperare e riciclare di più, per preservare le specie animali e continuare a godere il più a lungo possibile di questi spettacoli meravigliosi?

Il Kenya ci ha salutato cosi:

Safari nzuri kurudi nyumbani na kilala heri ya maisha (buon ritorno a casa e vi auguriamo tutto il meglio per la vostra vita).

Informazioni pratiche

Per andare in Kenya il passaporto deve essere valido per 6 mesi e occorre un visto.

La temperatura ad agosto si aggira sui 20 gradi di giorno ma può essere molto ventilato e conviene portare pile e giacca a vento, cappelli, occhiali da sole e burro cacao.

Da non dimenticare binocoli, macchinette fotografiche anche per i bambini e bottiglie termiche o borracce oltre a giochi da tavola, colori e fogli per la sera o i tempi d’attesa.

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About the Author

Daria

Tris Mom in love with traveling and outdoor education