Il fanciullino e l’ Austria dalle mille sfumature

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Quando ero piccola i miei genitori mi portavano in montagna d’estate: ripenso alle lunghe passeggiate, alle modeste scalate ed ai succulenti pranzi al sacco.

Io trascinavo i miei piedi, dietro il passo sicuro del capofamiglia, e ripetevo come una cantilena “Ma perché? cosa ho fatto di male? Perché?” e a quel punto mia madre mi spiegava che l’aria di montagna mi faceva bene, che dovevo approfittare di quei momenti e godere della pace, della tranquillità e di un panorama unico. Il panorama che solo la montagna può regalare.

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A distanza di anni mi sono ritrovata sulla stessa lunghezza d’onda e quest’estate ho pensato “l’aria di montagna farà bene a mio figlio” (…per fortuna il mio nanetto non è ancora in età per esprimere i suoi pensieri e figuriamoci le sue eventuali “frustrazioni” – ndr ha 16 mesi).

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Nel caldo agosto afro-italiano, dunque, ecco la meta prescelta: l’altera Austria, le sue alte cime, il suo duro accento e una magnifica ed incontaminata natura.
Dopo essermi documentata, pertanto, ho selezionato l’area del Salisburghese, individuando un metafisico Family Hotel (Sonnberg Hotel), in grado di offrire appartamenti con angolo cottura e, quindi, indipendenza e libertà di organizzare le giornate, con annesso parco giochi al coperto (una sicurezza per l’intrattenimento di un piccolo gigante da sedare in caso di pioggia), unitamente ad una incantevole fattoria didattica.

Abbiamo raggiunto Flachau, la nostra destinazione, in macchina, partendo da Roma con una piccola sosta a Padova.
In un paio di giorni (prendendocela comoda!) eravamo lì pronti e carichi, quanto meno noi genitori.
Flachau (alta 900 mt circa) si estende su una vallata soleggiata contornata da colline e vette altissime: meta ideale sia in inverno che in estate, offre innumerevoli sentieri montani, torrenti e laghetti balneabili.

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Il tempo purtroppo non è stato magnanimo, costringendoci piacevolmente ad abbinare alle piccole escursioni montanare, con il baldanzoso fagotto avvolto in uno zaino da trekking, incursioni nelle cittadine limitrofe, senza chiaramente tralasciare la bella e soave Salisburgo.

Che dire, ci siamo rifocillati in baite tipiche (su tutte Sattelbauer), abbiamo accarezzato mucche, conigli, cavalli, capre, cani e pecore ed infine passeggiato lungo deserte strade, definite centrali, cercando di scovare un luogo di ristoro dove sedare il nostro appetito serale (in Austria si cena dalle 18.30 alle 20.00) e placare l’iperattivismo di Baby P. (mio figlio).

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I giorni di pioggia, invece, ci hanno spinto ancor di più all’interno delle piccole metropoli austriache.
Abbiamo, dunque, scoperto Hallein, deliziosa cittadina dove ha vissuto Franz Xaver Gruber, compositore noto per “Stille Nacht” (Astro del Ciel), sollazzandoci con lunghe passeggiate tra i vicoli, rilassandoci di fronte ad una calda tazza di cioccolata e, soprattutto, mangiando uno strudel che parlava da sè.

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A Hallein, in particolare, nella casa che fu di Gruber si trova ora il Museo Stille Nacht dove viene raccontata la storia della nascita di Astro del Ciel (chi di voi non ha mai provato ad intonarla!!!) e si custodisce anche la chitarra con la quale Joseph Mohr eseguì per la prima volta il famoso canto nel Natale del 1818.

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Il sole e l’aria tersa, al contrario, ci hanno fatto scoprire una Salisburgo magica e la musica del suo genio, Mozart.
Per un bimbo che ha frequentato il corso di accostamento alla musica (promosso dall’AIGAM), del resto, non potevo scegliere città migliore, ne ero quasi moralmente attratta. Qui, la musica è in ogni angolo, le note in ogni dove ed il ritmo scandisce il passo (anche quello del turista).

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Durante la nostra escursione nella città di “Tutti insieme appassionatamente” abbiamo, dunque, assaggiato il pane caldo del forno del Stiftsbäckerei Sankt Peter (un must); percorso Getreidegasse, la via più famosa di Salisburgo, ammirando le tanto descritte e decantate insegne in ferro battuto; siamo finiti nella Mozart Geburtshaus, la casa natale di Mozart; non abbiamo perso l’occasione di deliziare il nostro palato con “the original”: la Torta Sacher del rinomato e storico Hotel Sacher; e siamo, infine, stremati, saliti alla Fortezza di Hohensalzburg per ammirare un magnifico quadro al tramonto: il fiume Salzach ed il suo serpenteggiare lungo una incantanta città che si addormenta anche a suon di musica.

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Una vacanza idilliaca e unica? Forse sì.
Peccato che gli ultimi 2 giorni siamo stato chiusi in casa per sopravvenuta influenza di Baby P. Febbre di gioia? Direi più che altro febbre da cavallo!

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http://www.sonnberg.com