Il nostro primo Safari con i bambini, proposte e itinerari per un viaggio avventura.
Da una vita sognavamo l’avventura di un Safari con i bambini.
La scorsa estate finalmente abbiamo realizzato questo desiderio così grande: tutti insieme in Sudafrica.
L’Africa ci è sempre sembrato un paese straordinario dove poter fare tante cose diverse con loro avendo 9, 8 e 3 anni.
Io e Pierluigi abbiamo sempre amato viaggiare. Ma con i figli abbiamo riscoperto un modo diverso, fatto di tempi più lenti e nuovi entusiasmi di chi vede le cose per la prima volta.
E quante nuove scoperte!
PIANIFICARE IL VIAGGIO
La preparazione del viaggio è stata una parte molto divertente. Ha contribuito a far crescere l’eccitazione nei bambini e in noi. Tutti non vedevamo l’ora di osservare da vicino leoni, giraffe ed elefanti.
Abbiamo deciso di andarci ad agosto, nella stagione secca (il loro inverno), perché c’è un clima ottimale, senza pioggia e con temperature né troppo calde né troppo fredde e c’è una minore incidenza della malaria.
L’itinerario con le varie tappe è stato pianificato nel dettaglio, senza lasciare nulla al caso, almeno per i pernottamenti e molti spostamenti, che abbiamo prenotato già dall’Italia.
Ovviamente, avendo a disposizione solo 15 giorni, abbiamo dovuto scegliere tra le innumerevoli cose da fare e vedere in un paese che potrebbe tranquillamente girarsi in un mese senza mai annoiarsi.
Per il volo ci siamo affidati alla compagnia Emirates che da Roma fa scalo a Dubai, per poi proseguire per Cape Town, la nostra prima tappa. In aereo i bambini sono stati abbastanza tranquilli, hanno guardato molti film e hanno giocato con i gadget della Lonely Planet for kids molto carini.
CITTA DEL CAPO E I DINTORNI
L’arrivo a Cape Town è stato piuttosto semplice, infatti avevamo scelto un Hotel a misura di famiglia, il More Quarters, davvero carino e in una zona vicina al centro.
Ci hanno riservato un’accoglienza calorosa facendoci trovare dei peluches sui letti dei bambini e dei giochi per la piccola Penelope!
Città del Capo o Cape Town, il primo insediamento europeo del Sudafrica, è una città di 8 milioni di abitanti, dove convivono realtà molto diverse tra loro. Zone moderne fatte di enormi grattacieli e lussureggianti giardini botanici, zone antiche con edifici in stile cape Dutch e zone estremamente degradate.
Arrivando dall’aeroporto la vista delle township o squatter camps (baraccopoli) ci ha fatto riflettere sulle condizioni in cui vivono moltissime persone. E anche i bambini sono rimasti molto impressionati.
I luoghi più interessanti da visitare sono la strada storica Government Adderley, che attraversa la parte alta città da nord a sud, passando per i giardini botanici attraverso Company’s Gardens. Su questa via si affacciano la maggior parte dei musei e molti edifici storici tra cui il South African Museum con numerosi documenti sulle culture e la fauna dell’Africa australe.
Nella stessa zona si trova la piazza Green Market Square che ospita tutta la settimana un variopinto mercato che vale la pena di visitare.
La zona più centrale si sviluppa attorno a St. George’s Mall ed è ricca di centri commerciali tra cui il Golden Acre Center, un tempo stazione ferroviaria e uffici.
Un’altra zona molto vitale é il molo del Victoria & Alfred Waterfront una delle mete turistiche più rinomate della città in quanto è piena di negozi, ristoranti e vi si trovano il museo marittimo e il Two Oceans Aquarium, in cui si può ammirare la fauna marina dell’Oceano Atlantico e dell’Oceano Indiano tra cui pinguini, foche e squali!.
Qui i bambini si sono divertiti molto soprattutto ammirando una particolare vasca con i pesci pagliaccio in cui si può mettere la testa!
Ma l’attrazione che ci è piaciuta di più è stata di sicuro l’altissima ruota panoramica, da cui si gode un panorama della città a 360 gradi.
Nella zona sud della città c’è il quartiere dell’osservatorio, che rappresenta un po’ il cuore culturale della città e l’allegro quartiere malese di Bo-Kaap, che si snoda dalle pendici della Signal Hill ed è caratterizzato da numerose moschee e case basse del primo XIX secolo dipinte in colori sgargianti.
Una gita che ci è piaciuta tantissimo è stata quella alla Table Mountain.
Una delle montagne più antiche del mondo che fa da sfondo e da simbolo allo skyline di Città del Capo.
Una volta arrivati in cima con un funivia mozzafiato o con una scalata piuttosto impegnativa, si gode di un panorama pazzesco.
Il punto più alto della montagna si trova a 1 km sopra il livello del mare e dall’alto si può ammirare il golfo di Table Bay e la sua costa che si estende in lontananza. Il panorama è uno dei più spettacolari di tutta l’Africa.
Sulla cima della montagna può fare piuttosto freddo, data l’altitudine.
Noi siamo saliti con la funivia di Table Mountain Aerial Cableway che parte ogni 10-15 minuti da Tafelberg Road. Durante il tragitto di pochi minuti, il panorama diventa ancora più spettacolare e la cosa pazzesca è che il pavimento gira e i bambini si divertono davvero molto!
Ci sono anche vari sentieri escursionistici molto belli che portano in cima alla montagna, ma richiedono molte ore di cammino (alcuni anche 5 o sei giorni!) e con i bambini non ce la siamo sentita.
In caso di maltempo, la funivia, che è aperta tutto l’anno, non è in funzione e quindi oltre a prenotare per evitare la fila, è bene controllare sul sito internet prima di partire.
Avendo al seguito i bambini, una visita la meritano anche il parco giochi di Mouille Point nella zona di Green Point che è un vero e proprio adventure playground sul mare con tanto di arrampicate e trenino.
Da Città del Capo abbiamo fatto alcune escursioni molto interessanti.
Siamo partiti in macchina con alcuni amici romani (che abbiamo incontrato per caso sulla ruota panoramica) e ci siamo diretti verso sud in direzione della penisola del Capo fermandoci ad ammirare le splendide spiagge di sabbia bianca della baia di Clifton.
Abbiamo proseguito per Hout Bay, un piccolo porto da cui partono ogni ora delle brevi crociere per Seal Island, l’isola delle foche dove abbiamo ammirato migliaia di otarie “appollaiate” su uno scoglio!
Dopo pranzo abbiamo proseguito per Simon’s Town, per ammirare i pinguini africani di Boulders Beach.
Dopo aver parcheggiato e attraversato una passerella di legno si apre alla vista uno spettacolo pazzesco: questi piccoli e adorabili animali che passeggiano, nuotano e accudiscono i loro piccoli.
I pinguini sudafricani fanno un verso buffo che assomiglia al raglio degli asini, cosa molto divertente, ma sono una specie in pericolo a causa della riduzione dell’habitat: rifiutano il pesce e sono infastiditi dai i loro dirimpettai umani.
Fortunatamente parte degli introiti dei biglietti dei visitatori vengono destinati proprio a programmi di conservazione e protezione gestiti dai Parchi Nazionali del Sud Africa South (SANParks).
E infine, sempre nella stessa giornata, ci siamo diretti verso il luogo magico della Riserva Naturale del Capo di Buona Speranza.
Un territorio di circa 7700 ettari che si estende lungo 40 km di costa e ospita numerose specie di uccelli, struzzi, antilopi, gnu, facoceri e babbuini.
La penisola alla fine si sdoppia in due punti: quello più elevato e spettacolare è Cape Point, sede di due fari ed un ristorante che si trova 1200 metri e il Capo di Buona Speranza, che invece è più basso e pianeggiante e consiste praticamente in una spiaggia di ciottoli.
Dopo aver lasciato l’auto in un comodo parcheggio, ci siamo avventurati per un ripido sentiero roccioso per salire a piedi fino al faro di Cape Point.
Si può salire anche con una comoda funicolare che ha il nome simbolico di Flying Dutchman, ovvero l’Olandese Volante, il mitico vascello fantasma che solcava i mari settecenteschi e ottocenteschi senza meta. Putroppo quel giorno era fuori servizio, ma la camminata non è stata troppo faticosa.
Arrivati in cima a Cape Point (inizialmente battezzato con il nome Capo Tempestoso) è difficile non emozionarsi.
Qui si apre un panorama pazzesco e maestoso e il vento e l’infrangersi delle onde evocano le avventure dei grandi navigatori che nei secoli, fino all’apertura del canale di Suez hanno coraggiosamente doppiato il Capo.
Per gli appassionati di trekking esiste un percorso di due giorni, il Cape of Good Hope Trail, che parte dall’entrata della riserva, e prevede il pernottamento in rifugio vicino al Capo di Buona Speranza. Le prenotazioni vanno fatte tramite Sanparks.org.
LE TERRE DEL VINO
Dopo Cape Town ci siamo mossi verso le famose “terre del vino sudafricano” che si estendono dalla regione settentrionale della West Coast sull’Atlantico al vicino deserto del Klein Karoo.
I vigneti, situati a circa 30 km da Citta del Capo, occupano più di 100000 ettari e il vino è prodotto in più di 340 cantine e tenute vinicole.
Tra le varie località abbiamo scelto di dormire a Stellenbosch, rinomata per la sua deliziosa architettura detta olandese del Capo, e per le maestose querce che ne ornano le vie. È una città universitaria oltre che un importante centro vinicolo da più di 300 anni.
Abbiamo dormito in un posto incantato, forse il mio preferito di tutto il viaggio: il Babylonstoren, una fattoria costruita nel 1690, oggi trasformata in un hotel dove si può vivere la vita di campagna senza farsi mancare le comodità.
La struttura del Babylonstoren è composta da una villa principale, diverse casette arredate in maniera deliziosa con cucina e salotto, uno spazio dedicato alla degustazione di vini, un forno che produce quotidianamente pane e dolci, un posto dove comprare i formaggi prodotti in fattoria, una spa esterna ed una piscina.
Il ristorante, Babel, è ricavato all’interno di quelle che erano le stalle e tutto quello che porta in tavola viene direttamente dall’orto o dalle fattorie vicine.
La mattina all’alba si può partecipare alla raccolta delle uova delle galline e proseguire con passeggiate nei giardini godendosi un momento magico.
A disposizione degli ospiti ci sono le biciclette con cui i bambini si sono molto divertiti e a pochi passi c’è un bellissimo laghetto con canoa e canne da pesca a disposizione, e li abbiamo trascorso un piacevole pomeriggio tutti insieme.
LE BALENE DI HERMANUS
Da Stellenbosch abbiamo fatto una gita in giornata per andare ad avvistare le balene, i giganti del mare che arrivano dall’Antartide.
Il posto migliore per il whale watching in Sudafrica è Hermanus, una piccola cittadina all’inizio della garden route. Tra luglio e novembre infatti, molte balene si avvicinano alla costa frastagliata per far nascere i loro cuccioli ed è possibile ammirarle da terra con i numerosi telescopi che si trovano lungo i vialetti del paese.
Noi abbiamo optato per una gita in barca di due ore con Hermanus Whale Cruise: partendo dal porticciolo ci siamo diretti verso la baia dove notoriamente stazionano le balene e abbiamo assistito ad uno spettacolo impressionante.
A poche decine di metri dalla nostra barca 5 o 6 esemplari molto grandi, con i loro piccoli, che nuotavano e schizzavano e si immergevano.
Le balene emettono un suono molto impressionante, che si può anche ascoltare nella sala audio dell’Old Harbour Museum, nel vecchio porto: qui viene trasmesso il canto delle balene, registrato da un microfono sottomarino nella baia.
I SAFARI NELLE RISERVE
Da Stellenbosch siamo tornati a Cape Town e abbiamo preso un volo per Hoedspruit, per raggiungere il Kruger, il parco nazionale più grande del Sudafrica chiamato dagli abitanti il “wildtuin”, giardino selvaggio!
Abbiamo pernottato per quattro giorni al Camp Jabulani, un albergo davvero meraviglioso, che si trova nella riserva naturale privata di Kapama, nella provincia di Limpopo.
La riserva, il cui nome deriva da Kapama, un re dello Swaziland, è stata istituita nel 1993 e copre 13.000 ettari di territorio all’interno del quale è stato sviluppato un programma di ripopolamento che ha portato una grande varietà di animali selvatici tra cui elefanti, bufali, rinoceronti e grandi popolazioni di giraffe, impala, blu gnu e kudu.
Con l’aiuto della nostra guida, Ruan, un ragazzo di 25 anni, che si è impegnato moltissimo per farci vedere tanti animali, anche di notte, abbiamo avvistato tutti i famosi big five e tantissime giraffe, ma soprattutto i bellissimi leopardi che sono molto difficili da vedere, di cui uno su un albero.
È stata una esperienza unica e indimenticabile!
A pochi metri da noi abbiamo potuto ammirare animali stupendi, nel loro habitat naturale e una sera perfino i leoni che divoravano un bufalo e gli ippopotami che dormivano.
Le esperienze più entusiasmanti sono state durante il night safari (dalle 18.30 circa quando il sole tramonta, fino alle 20)
In questa occasione abbiamo visto 4 leoni maschi adulti enormi passeggiare e poi, seguendo una iena, la guida è riuscita a trovare un gruppo di leonesse con un cucciolo intente a divorare una gazzella.
É stata una scena molto forte per la voracità delle leonesse e il rumore che facevano, ma i bambini, per niente impressionati erano entusiasti.
Di notte abbiamo visto anche un bellissimo camaleonte, che Ruan ha preso da un albero e ci ha fatto delicatamente accarezzare!
Che emozione e che sensazione strana. Penelope ancora ne parla!
Una menzione particolare meritano gli elefanti, bellissimi, enormi, maestosi e anche un po’ pericolosi, li abbiamo visti spesso, anche con i cuccioli fare il bagno in un lago.
Una giornata l’abbiamo dedicata ad una gita molto interessante: il centro per la protezione delle specie minacciate (Hoedspruit Endangered Species Centre).
Inaugurato nel 1990 è un centro che si occupa della conservazione e della difesa di animali vulnerabili e a rischio di estinzione come i rinoceronti vittime del bracconaggio e i ghepardi, considerati una specie in via di estinzione a causa della perdita del loro habitat naturale.
Dopo essere stati curati molti animali possono poi essere liberati in natura.
Nel centro i ranger ci hanno portato in giro a vedere come gli animali vengono accuditi e nutriti e abbiamo preparato il pasto per alcuni ghepardi e licaoni nonchè per degli avvoltoi!
LA RISERVA DI MADIKWE
Da Hodespruit abbiamo preso un altro aereo per Johannesburg dove abbiamo noleggiato un’auto per raggiungere l’altra riserva che volevamo visitare, Madikwe.
Abbiamo allogigato presso il Madikwe safari lodge, una splendida struttura molto adatta alle famiglie, con una piscina proprio di fronte ad una pozza d’acqua dove a turno tanti animali come zebre, gnu e facoceri vanno ad abbeverarsi, offrendo uno spettacolo davvero unico per ammirare da vicino questi animali muoversi in libertà nel loro habitat naturale.
Immerso nella savana, questo lodge è un posto perfetto per i bambini in quanto oltre ai consueti safari in jeep, offre molte attività per i piccoli da svolgere presso la eco-house, uno spazio dove è possibile osservare gli scheletri e le corna di molti animali della savana e dove possono colorare e fare laboratori a tema.
Anche qui abbiamo fatto due safari al giorno, uno di mattina e uno di sera e grazie alle preziose istruzioni della guida abbiamo imparato a riconoscere le tracce (impronte ed escrementi) di molti animali.
Questa cosa del riconoscere le “cacche” ha molto divertito i bambini: gli elefanti la fanno enorme e all’interno ci sono rami, foglie ed erba. I rinoceronti di un gruppo la fanno tutti nello stesso posto. Quella degli impala assomiglia a chicchi di caffè.
Abbiamo visto una mamma rinoceronte con il suo piccolo e dei tramonti meravigliosi!
Per non avere sorprese sul posto è bene ricordare che in tutti i parchi sudafricani i safari di gruppo sono vietati ai bambini minori dei 6 anni di età.
E’ possibile però prenotare un safari privato, che logicamente ha altri costi: oppure noleggiare un’auto e gestire gli spostamenti in autonomia.
Ricordate di portare dei binocoli e giacche a vento e cappelli. Anche creme solari repellenti per le zanzare!